Martina Casprini: “il volley significa rispetto e disciplina”
1 NOVEMBRE 2017
Martina Casprini si è unita alla Fruvit in questa nuova stagione, impariamo a conoscerla.
Dove sei nata?
“Sono nata a Poggibonsi, in provincia di Siena”.
Che cosa ti ha spinto a giocare a pallavolo?
“Non saprei, nel nostro paesino avevano dato il via a questa attività e tutte le mie amiche hanno iniziato insieme a me…poi da cosa nasce cosa”!
Da quanti anni giochi?
“Gioco da 18 anni”
Quando hai iniziato?
“Ho iniziato quando avevo 6 anni, in concomitanza con la prima elementare”
Se non avessi giocato a pallavolo che cosa avresti fatto?
“Probabilmente avrei provato a giocare a basket (passione di famiglia) o a tennis: ma sicuramente avrei fatto sport”.
Nel gruppo come ti trovi?
“Nel gruppo mi trovo molto bene. Sono tutte ragazze molto tranquille e alla mano, mi hanno accolta sin dal primo istante. Si sta creando un bel feeling, sia dentro che fuori dal campo”.
Oltre alla pallavolo hai fatto qualche altro sport?
“Direi di no, se non qualche giorno di basket (di prova)”!
Per te che cosa significa giocare a pallavolo?
“Ho provato a metterla da parte lo scorso anno a seguito di un infortunio, ma non ci sono riuscita. Giocare a pallavolo per me significa avere un impegno fisso da rispettare, nei confronti di una società e di un gruppo di ragazze che condivide con te un qualcosa di importante. La pallavolo mi ha permesso di fare le più belle esperienze della mia vita: ho cambiato tante città e conosciuto tantissime persone nuove e speciali. Significa rispetto, disciplina. Ma anche e soprattutto svago e divertimento. Quando entro in palestra per quelle due ore al giorno, tutti i pensieri restano fuori”.
Qual è il palazzetto più bello dove hai giocato nella tua carriera?
“Probabilmente il Palaraschi di Parma o il Palayamamay di Busto Arsizio”.
Oltre ad essere impegnata nella squadra che altro stai facendo?
“Io mi sono laureata in Logopedia lo scorso ottobre e ora sono al secondo anno della specialistica qua a Ferrara. Inoltre faccio attività come logopedista volontaria all’ospedale di Cona”.
Come riesci a conciliare le tue attività con la pallavolo?
“In realtà sono talmente abituata a farlo che, anche se dovessi smettere di giocare, non riuscirei ad organizzarmi meglio di così. So che 4 sere a settimana sono impegnata, quindi concentro quello che devo fare nel resto della giornata o nel mercoledì (giorno sacro). E il sabato ormai è giorno di partita da tanto tempo, quindi è solo questione di abitudine”.
Quali sono i tuoi hobby?
“Nel tempo libero mi piace cucinare, soprattutto dolci”.
Che cosa non vorresti sentirti dire dal tuo coach?
“Dal mio coach non vorrei sentirmi dire che non mi impegno. Le cose possono non venire, può esserci il “giorno no”: ma sarebbe tremendo sentirmi dire che non mi impegno”.
Che cosa vorresti sentirti dire dal tuo coach?
“Dal mio coach vorrei sempre sentirmi correggere e criticare in maniera costruttiva (cosa che sta facendo il mio attuale coach)”.
Quali sono le tue prime sensazioni dopo queste prime partite?
“Dopo la prima sconfitta non si può nascondere la delusione di un esordio dove ci siamo fatte valere ben poco; ma la settimana dopo l’esordio abbiamo fatto dei buoni allenamenti e questo ci ha permesso di fare una buona prova nella seconda di campionato in casa. Quindi attualmente le sensazioni sono positive perché significa che se ci impegniamo duramente ogni giorno e se giochiamo con determinazione e grinta possiamo fare veramente tanto. Più concentrazione e cattiveria, meno errori e tensioni ingiustificate”.
Secondo te quali sono tre punti di forza della squadra?
“I tre punti di forza della squadra sono sicuramente il fatto che la maggior parte delle ragazze gioca insieme da una vita e per questo condividono una forte amicizia e dimostrano di avere una forte armonia tecnica e tattica. L’altro punto di forza è sicuramente l’estrema voglia di fare bene che ognuna di noi dimostra ogni giorno venendo in palestra nonostante i vari problemi e i vari impegni lavorativi e non solo. Il terzo (non per importanza) punto di forza è sicuramente l’arrivo di un allenatore molto esperto che con estrema pazienza sta cercando di costruire insieme a noi qualcosa di positivo (dal punto di vista tecnico, tattico e mentale)”.
Quali i punti deboli?
“I punti deboli sono sicuramente il fatto di non aver potuto iniziare sin da subito, a differenza delle altre squadre, una preparazione fisica e degli allenamenti costanti. Questo forse attualmente si fa un po’ sentire, ma possiamo tranquillamente recuperare. L’altro punto debole è probabilmente la difficoltà a partecipare sempre tutte a tutti gli allenamenti: quasi mai riusciamo ad essere in 12 in palestra, e questo rappresenta un ostacolo: ma ultimamente ci stiamo organizzando in modo da poter sopperire il più possibile a questo problema (cambio di orari degli allenamenti, cambio palestre ecc.)”.
Letture preferite?
“Il piccolo principe, Oceano mare e Il buio oltre la siepe”.
Musica preferita?
“Mi piace ogni genere, nessuno in particolare e nessuno escluso. Mi viene da dire Coldplay, Jovanotti..”.